Playout Peroni Top 12, Verona manca la vittoria con la Lazio e retrocede in Serie A

 

FXVM Lazio Verona playout top12 2019

Un primo tempo sbiadito e un secondo tempo generoso e arrembante ma condito da un eccesso di errori e indisciplina condannano Verona alla sconfitta per 16 a 14 nel match spareggio con la Lazio e alla retrocessione dal Top 12 alla Serie A.

Un esito che premia la formidabile rimonta della Lazio, formidabile maestra di sport nel non arrendersi mai, anche nel momento più buio della stagione e capace di recuperare 15 punti nelle ultime tre partite e conquistarsi il match ball per la salvezza, e che precipita Verona nella delusione e nell’amarezza. Un’amarezza tanto più profonda per Verona perché anch’essa, a sua volta, aveva saputo uscire da una profonda crisi nel girone di andata, rinascere, far maturare un gruppo, una squadra vera, conquistare vittorie importanti, salvo poi mancare nei due match decisivi, prima a Viadana e ora, qui, sul neutro di Padova. Partita, come prevedibile, avara di contenuti tecnici, ma intensa, con sovraccarichi di tensione soprattutto nel finale, come una linea elettrica che faceva quasi male a guardare, a toccare. La Lazio c’è arrivata senza l’ariete Rodrigo Bruno, Verona priva della seconda linea Groenewald e, all’ultimo momento, anche di Conor Gaston, costretto a rientrare in Irlanda per un serio problema familiare.

Primo tempo con Lazio più reattiva e antracite contratti e imprecisi. Dopo due stoccate dalla piazzola di Mortali e Bonifazi, sono i romani così – pavesati di una singolare divisa rosa carico – a trovare la meta con un guizzo dell’ala Guardiano, a portarsi sul 10 a 3 e a creare un altro paio di situazioni pericolose. Gli scaligeri alzano la voce solo nel finale di tempo, sfruttando anche un giallo a Duca – eroico man of the match laziale -, ma, oltre a perdere per infortunio Zanini, falliscono malamente due touche ravvicinate nella zona rossa romana. Nella ripresa si vede un altro Verona; motivato, aggressivo, manovriero. La mischia, trascinata dalla grande prima linea formata da D’Agostino, Silvestri e Cittadini, sale in cattedra e manda in sofferenza quella laziale. Dopo cinque minuti strappa un ovale all’introduzione avversaria e gli antracite segnano una bella meta con Pavan (tra i migliori del match), pronto a trasformare in un tuffo oltre la linea bianca un riciclo di Mortali. L’estremo scaligero fallisce la trasformazione decentrata e si va sul 10 a 8. Un’ingenuità di Zago, subentrato a Signore, bloccato in una ruck, consente al 50’all’infallibile estremo laziale Bonifazi di allungare sul 13 a 8, ma Verona è in crescita. Con l’ingresso di Navarra sale di ritmo, porta pressione e al 58’, proprio grazie a Zago che si riscatta e conquista un prezioso tenuto, si riporta sotto di due lunghezze, sul 13 a 11, con il piede di Mortali dalla piazzola. Il momentum è antracite, con la Lazio che cerca di prolungare il possesso e far scorrere il tempo e Verona che azzanna. Il sorprendente cambio dei piloni scaligeri – quando, al 65’, Verona ha una mischia a favore appena fuori dei 22 metri laziali – rompe però l’incanto. La Lazio conquista in mischia chiusa due punizioni e una rubata e torna a piantare la bandiera nella metà campo antracite.

I ragazzi scaligeri pescano però nell’anima e nel carattere e al 74’ rovesciano la situazione. Ovale recuperato a metà campo, Quintieri lancia Cruciani sull’out, punto di incontro sui 22, Verona che gioca con il favore del vantaggio accordato da Mitrea, McKinney e Quintieri danno profondità, Buondonno ha nelle mani il più dolce dei due contro uno per lanciare Salvetti in meta ma anziché trasmettere si schianta su Duca, l’azione sfuma e si torna sul vantaggio. Mortali comunque non sbaglia e a un pugno di minuti dalla fine Verona è avanti per 13 a 14. Virtualmente salva. Ma arrivano ancora indisciplina ed errori a condannare gli scaligeri. Quintieri forza un punto di incontro e concede un penalty a metà campo alla Lazio; l’estremo laziale Bonifazi commette l’unico sbaglio del match e non trova la rimessa laterale, Mortali, però, non scarica su McKinney meglio piazzato e anziché trovare la touche calcia dritto in mezzo al campo dove Ceballos rilancia le cariche della formazione romana. Nuovo fallo di Greef e Delfino in ruck e, a due minuti dal termine, Bonifazi è implacabile dalla piazzola per il 16 a 14. C’è ancora tempo per gli ultimi, disperati, tentativi antracite. Perché Pavan recupera l’ovale, ma Verona lo smarrisce in avanti nel successivo punto di incontro. Mischia, nuova punizione per la Lazio, rimessa laterale, ovale nelle mani del mediano romano Bonavolontà e calcio liberatorio in tribuna. Lazio in Top 12 tra urla festose, Verona in serie A, in un silenzio attonito.

Grande la delusione veronese. Soprattutto pensando al valore e alla funzione di volano del Top 12 per proseguire nella crescita del movimento rugbystico a Verona e pensando alla generosità dello sforzo della Società per far crescere un grande progetto. Ma è la legge dello sport. In cui la gloria si accompagna alla caduta.

Il Verona Rugby deve ora trovare la forza di rialzarsi, pensando all’interezza e alla bellezza del progetto e facendo tesoro dell’esperienza di questa stagione di Top 12: non cancellando le cose buone e imparando dagli errori commessi. Non è retorica: è il pane della realtà per chi, come la dirigenza antracite, segue un grande sogno e una grande passione, investendo con coraggio e generosità. Anche se oggi è un pane duro e salato. Ma, guardando avanti, tornerà presto saporito e dolce, soprattutto se il gruppo degli atleti più motivati e legati ai colori e al progetto antracite saprà rimanere compatto, superare il vuoto della delusione e lanciarsi con furore e desiderio sulla voglia di riscatto nel prossimo campionato.

Le parole di Coach Doorey nel post partita: "Sono molto delusio e demoralizzato. Abbiamo avuto tutte le possibilità di portare a casa questa finale e non siamo riusciti a concretizzare. Troppi errori ed imprecisioni. Non si può giocare un rugby così. Nel scondo tempo ho visto un cambio di passo, ma è arrivato troppo tardi. Dobbiamo prenderci tutti le nostre responsabilità, dai giocatori allo staff. Ad ogni modo il progetto è lungimirante e continua, partendo dal settore giovanile, fino alla prima squadra. Ora dobbiamo rimanere compatti, fare tutte le valutazioni del caso e ripartire a testa alta".

 

Le parole del capitano veronese Riccioli nel post partita: "Abbiamo giocato la nostra partita, ma ancora troppi errori. Oggi abbiamo pagato una stagione densa di alti e bassi. Oggi la Lazio ci ha dato una grande lezione e per questo faccio i miei complimenti a loro. Ci hanno dimostrato che con la volontà si possono ottenere traguardi che sembrano irraggiungibili. Ora non possiamo che imparare dai nostri errori e ripartire dalla Serie A. La prossima stagione? Personalmente nelle scorse settimane stavo valutando la possibilità di smettere di giocare, ma 1 minuto dopo il fischio finale ho deciso di continuare anche per il prossimo anno. Non ci sto a lasciare così: voglio rimboccarmi le maniche e riportare il Verona Rugby ai vertici del rugby italiano".

Forza Verona!