La Carli cup: in palio la storia del rugby veronese

Carli cup2022

Una tradizione sportiva veronese che risale ormai a oltre quindici anni fa, un omaggio a un padre nobile del rugby veronese, un esempio di competizione sportiva intensa e rispettosa, uno stimolo per vincere una partita diversa da tutte le altre: tutto questo è la Carli Cup.

 

Con il Derby che si avvicina, sale la voglia di scendere in campo e di riconquistare la Carli Cup. Ma qual’è l’origine di questa tradizione sportiva veronese? L’abbiamo chiesto a Davide Adami, vicepresidente del Verona Rugby, presidente del CUS e memoria storica del rugby scaligero. 

 

“Carli” Ranzato, tra Valpo e CUS.

 

Inaugurata nella stagione 2007/2008, la Carli Cup è ormai una tradizione sportiva consolidata a Verona. Il trofeo, in palio ogni anno tra Verona e Valpolicella, è nato come un omaggio a Carlo “Carli” Ranzato, provveditore degli studi a cui va il merito di aver supportato attivamente la cultura sportiva, e in particolare rugbistica, della nostra città. 

 

Originario di Rovigo e grande appassionato della palla ovale, Carli è sempre stato ugualmente vicino alle due squadre veronesi, a riprova di ciò è simbolica la divisione persino familiare tra le società: con il figlio Andrea che si è distinto come giocatore e dirigente al Cus e il nipote Marco Previato che ha seguito lo stesso percorso al Valpolicella. A tenere viva la passione familiare per il derby ha contribuito anche la moglie Renata, venuta a mancare qualche tempo fa, e le figlie Vittoria e Alberta, sempre sugli spalti quando il trofeo è in palio. 

 

Non c’era figura più indicata, dunque, per dare il nome a un trofeo conteso tra due società amiche, unite da un passato comune e da una rivalità forte, fatta da una condivisone di valori prima ancora che di territorio. 

 

La coppa dorata

 

Negli ultimi 16 anni ogni stagione ha visto affrontarsi il Verona Rugby (prima CUS) e il Valpolicella in campionato o in amichevoli organizzate per l’occasione,  con l’obiettivo guadagnare sul campo l’onore di ospitare per un anno la coppa: un ovale dorato che riporta alla base una targhetta con il nome dei vincitori.

 

Una curiosità è poi arrivata dallo storico presidente del Cus degli anni ’70 Renzo Benedetti: “qualcuno ricorderà che la Carli Cup nei primi anni era argentata, ma una notte sul campo di Parona - racconta l’ex dirigente - la coppa è caduta danneggiandosi. Non trovando il colore argentato per ripararla, abbiamo deciso di ridipingerla color oro, e da allora è rimasta così: unica.”

 

Ricordi di derby

 

Una storia fatta di campanilismo, di grandi sfide leali e combattute che mettono a confronto due modi di vivere il rugby diversi ma ugualmente intensi e genuini.

 

Un bel ricordo è legato alla partita del gennaio 2013, giocata sotto la pioggia sul campo di San Pietro in Cariano e pareggiata all’ultimo istante dal Verona con una meta al largo segnata da Pizzardo in extremis a fissare il risultato sul 10-10. In quel caso la coppa rimase al Verona, un po’ come succede con le cinture dei pugili in caso di parità.

 

È dell’anno scorso invece il primo ricordo “doloroso”, con il Valpolicella che è riuscito ad aggiudicarsi la Carli Cup per la prima volta nella sua storia, per di più sul campo dei rivali al Payanini Center. 

 

Gli antracite arrivano dunque al derby con una grande voglia di rivalsa: devono iniziare l’anno col piede giusto dopo le difficoltà incontrate negli ultimi incontri del 2022, e soprattutto vogliono riportare a casa, dopo un anno di assenza, la coppa di Carli, per scrivere un nuovo capitolo della storia del rugby veronese.