La famiglia Della Scala

“NEC DESCENDERE NEC MORARI”

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La famiglia Della Scala, anche detta Degli Scaligeri, fu una ricca e potente dinastia che governò sulla città di Verona e gran parte del Veneto per centoventicinque anni (dal 1262 sino al 1387). Agli inizi del XIII secolo il capofamiglia era Jacopino della Scala, mercante di lana, benestante ma privo di titoli nobiliari. Abile politico, divenne Vicario Imperiale di Ostiglia e Podestà di Cerea. Nel 1262 suo figlio Mastino divenne Capitano del popolo, e si attivò per attenuare i forti contrasti che in città coinvolgevano varie fazioni e famiglie. Abile in politica, autorevole e capace, e soprattutto incline alla pace, aspetto fondamentale per i veronesi, ricoprì ruoli sempre più importanti all’interno della Domus Mercatorum fino a diventarne il podestà dal 1261 al 1269.
Mastino I della Scala fu assassinato nell’ottobre del 1277,e gli successe il fratello Alberto della Scala, che al tempo era già Podestà di Mantova. Con lui si ebbe l’effettivo passaggio della città da libero Comune a Signoria: amato dal popolo ottenne rapidamente la pace con Brescia, Mantova e Padova, città guelfe in contrasto con il ghibellismo scaligero.
Con Cangrande invece la Signoria raggiunse l'apice della sua importanza e fama. Fu Signore illuminato e rispettato, ospitò per il secondo periodo Dante, esiliato da Firenze, nella reggia fatta allestire apposta per i grandi rifugiati politici, gli scienziati, poeti e artisti di talento che coprì generosamente di denaro e doni.

Fu nel XIV secolo che gli Scaligeri si espansero diventando signori di Verona, Vicenza, Padova, Treviso, Belluno, Feltre, Monselice, Bassano e Mantova. Nel 1331 Mastino II divenne Capitano Generale della lega formata da Scaligeri, Estensi, Gonzaga e Visconti contro il Re di Boemia e respingendo l’invasore estese i domini veronesi su Brescia, Parma, Lucca, Massa e Pontremoli. Fu questo il momento della massima espansione per la Signoria Scaligera ed anche l’inizio della sua fine.

Nel 1336 Venezia fece lega con Firenze e sconfisse ripetutamente Verona, Mastino II riuscì a salvare la Signoria, subendo però un forte ridimensionamento territoriale: rimasero solo Verona, Vicenza, Parma e Lucca (che essendo separata dagli altri territori vennero presto ceduta a Firenze).
Mastino II morì nel 1351 e la Signoria passò ai figli Cangrande II della Scala, Cansignorio della Scala e Paolo Alboino della Scala. Il primo detto “Can rabbioso” fu il vero e proprio governante della città. Si comportò come alcuni dittatori moderni, ammassando ricchezze fuori Verona per i figli tutti illegittimi, impoverendola, ed alimentando scontri interni fino alla sua morte nel 1359 per mano del fratello Cansignorio. Cansignorio della Scala governò in una relativa pace e abbellì Verona al punto di farla soprannominare Marmorina per l’abbondanza di antichi marmi e statue romane, gettò il primo ponte in muratura sull’Adige, il ponte Navi, e pose il primo orologio su una torre in Italia, la torre del Gardello, mosso con meccanismi ad acqua.

Per altri anni la città rimase ancora in mano agli Scaligeri, ma Antonio della Scala fece uccidere il fratello per poter governare da solo: egli fece incolpare i Malaspina, i Nogarola (da sempre amici di famiglia) ed i Bevilacqua che, trovando rifugio a Milano, incitarono i Visconti a portare guerra ad Antonio della Scala: si formò quindi una lega tra Visconti, Carraresi, Estensi ed i Gonzaga, che segnò la fine della signoria scaligera. L’esercito veronese combatté due grandi battaglie, tra le più grandi di quel tempo, prima della sconfitta definitiva.
Ebbe fine l’indipendenza di Verona, e quando nel 1387 Antonio della Scala venne definitivamente cacciato da Verona per opera di Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, dovette andare in esilio a Ravenna. I della Scala, fuggiti dalla città, finirono in Baviera traducendo in tedesco il loro cognome “Von der Leiter”.

“Ora conoscono almeno quattro delle principali famiglie di Verona” commenta scherzosamente Luca D’Agostino, capofamiglia dei Della ScalaSicuramente il focus non era sulla storia di Verona ma l’anno scorso quando un ragazzo molto giovane appena entrato in squadra, passando di fronte allo stadio Bentegodi ha esclamato “Ah allora è questa l’Arena...la pensavo diversa“ ci siamo sentiti in dovere di fornire una bella spolverata anche sulla storia Veronese.
Abbiamo introdotto il concetto di famiglie cercando di rafforzare quelli che sono i concetti di identità e appartenenza, valori che una società così giovane deve costruire visto il netto taglio dal passato e non sempre facili da instaurare visti i continui innesti degli ultimi anni.” continua D’Agostino, punto saldo della mischia veronese “Le famiglie sono anche lo stimolo per alzare il livello di competizione all’interno del gruppo stesso e inoltre responsabilizza alcune figure (capifamiglia/fratelli) ad essere d’esempio e ovviamente noi scaligeri siamo sempre la famiglia più temuta e rispettata.

Il ruolo di capofamiglia rappresenta una grande onore e orgoglio, perché essendo tra i più grandi devo preoccuparmi anche del comportamento dei più piccoli e far rispettare le regole della Verona Rugby Academy” ci spiega Edoardo Nicolè, neo-capofamiglia degli Scaligeri dell’AcademySicuramente il passaggio da fratello a capofamiglia ha portato molte responsabilità rispetto a quante ne avevo prima, perché se qualcosa non va come dovrebbe la responsabilità ricade su di noi.
La competizione è vissuta molto bene all’interno della nostra famiglia, abbiamo voglia di metterci in gioco e di essere i migliori attraverso impegno, attitudine ed etica del lavoro in campo, ma anche essere diligenti rispettando le regole al di fuori del rettangolo verde.
Personalmente penso che il rapporto tra atleti sia cambiato, l’anno scorso il gruppo all’interno dell’Academy era abbastanza diviso tra Under18 e Under16.” confessa NicolèMentre grazie alla famiglie c’è molto più dialogo e traslazione interpersonale tra tutti i componenti della famiglia. Abbiamo cercato di far integrare da subito i nuovi arrivati per farli sentire a casa perché alla fine vivendo assieme è come se fossimo una sola grande famiglia.”

#sempreasostegno